
Come possono proteggersi le aziende dai rischi economici e di immagine della contaminazione alimentare? Qual è il valore aggiunto di un broker assicurativo? Approfondiamo il tema.
Iniziamo dalle definizioni. Secondo l’enciclopedia Treccani, la contaminazione è “l’introduzione di agenti patogeni in materiali, cibi, ambienti, tali da renderli inadatti allo scopo e nocivi per la salute.”
La contaminazione alimentare è un fenomeno dai numeri importanti. Il rapporto One Health della European Food Safety Agency (EFSA) indica che nel 2020 si sono registrati in Europa circa 22.000 casi di intossicazione alimentare e 1.838 ospedalizzazioni. La salmonella è stata la causa principale, con 6.371 casi e 168 ospedalizzazioni.
Senza entrare nei dettagli, le tipologie di contaminazione sono tre:
- Contaminazione chimica > per esempio fertilizzanti e pesticidi
- Contaminazione fisica > per esempio il contatto con corpi estranei
- Contaminazione biologica > per esempio germi, batteri e virus
È opportuno precisare che, nella stragrande maggioranza dei casi, la contaminazione è involontaria. Possono essere diversi i motivi per cui un lotto di prodotti può contaminarsi. Un problema legato ai macchinari di produzione, per esempio. Oppure un difetto di confezionamento o di imballaggio. O ancora problematiche legate alla conservazione e stoccaggio.
Capita periodicamente di leggere notizie relative al ritiro di prodotti sul mercato, anche di una certa rilevanza.
Ad aprile di quest’anno Ferrero ha dovuto ritirare dal mercato numerosi prodotti a marchio Kinder Ferrero. Si tratta di uno dei più grandi richiami di cioccolato di sempre.
Non è naturalmente un caso isolato. Basta consultare la sezione dedicata del sito del Ministero della Salute per rendersi conto dell’ampiezza del fenomeno.
Contaminazione alimentare: le conseguenze per le aziende
La contaminazione è un problema, tanto per la salute quanto per le aziende.
Per i produttori significa attivare immediatamente le procedure per il ritiro della merce dai punti vendita. Informare la ASL per la verifica dell’entità del problema, che a sua volta riferirà al Ministero della Salute. Bloccare la produzione ed effettuare tutti i controlli del caso. Infine, reimmettere il prodotto sul mercato.
Tutto ciò comporta danni economici e reputazionali. La cattiva pubblicità relativa al ritiro dei prodotti danneggia il brand e la sua percezione sui consumatori. Questo implica a sua volta un impegno di energie (e non solo) in attività di comunicazione e pubbliche relazioni.
Come proteggersi?
Le aziende che operano in ambito alimentare possono gestire il rischio da contaminazione con una polizza dedicata, chiamata polizza Tampering. Questa forma assicurativa protegge da tutti i danni e relativi costi che vengono sostenuti per gestire la crisi (ne abbiamo parlato in un articolo dedicato).
Perché affidarsi a un broker assicurativo?
Veniamo a noi.
Le aziende non sono tutte uguali. Aziende diverse hanno esigenze diverse. Ogni settore ha le sue specificità, ogni prodotto ha caratteristiche uniche. Esistono rischi diversi che devono essere conosciuti e adeguatamente protetti.
Questo è il lavoro del broker, un professionista che opera in modo indipendente dalle compagnie asssicurative:
- Studiare il singolo caso con le sue peculiarità
- Individuare le compagnie che offrono le tipologie di protezione più in linea con il caso
- Ottimizzare l’investimento assicurativo in funzione delle reali necessità del cliente
- Lavorare con un mandato di fiducia del cliente
Perchè affidarsi a Lumetta Brokers?
Il nostro unico interesse è l’interesse dei clienti.
Risolviamo i loro problemi come fossero i nostri.
Sviluppiamo piani di protezione del rischio su misura e in tempi rapidi, con polizze personalizzate e altamente profilate, assemblando anche polizze offerte
da compagnie diverse.
Siamo al fianco dei clienti nei momenti più delicati, come il sopralluogo del sinistro
e la stesura della denuncia.Collaboriamo da anni con partner consolidati come periti, medici legali,
avvocati civilisti e penalisti, società di bonifica.Noi ci siamo, sempre.
Immagine via Unsplash