Rischio reputazionale: che cos’è e come proteggersi

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In questo articolo scopriamo insieme che cosa vuol dire rischio reputazionale e perché è importante identificare una polizza assicurativa adeguata.

Rischio reputazionale cosa si intende

Secondo la Banca d’Italia, con questa espressione si intende il rischio prospettico o attuale di flessioni degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine dell’azienda da parte di clienti, controparti, autorità di vigilanza, investitori o azionisti.
Incorrere in un rischio reputazionale può lesionare irrimediabilmente l’affidabilità dei prodotti/servizi di un’attività economica nonché la sua credibilità sociale.

Per questo è bene considerare la reputazione aziendale come un bene prezioso, da preservare da qualsiasi tipo di minaccia. Tanto più in un periodo storico come quello attuale. Siamo nell’epoca degli user generated content (UGC). Sempre più utenti sono in grado di generare e condividere contenuti online sfruttando al meglio le potenzialità e le opportunità offerte dai social media.

Questo, se da una parte consente alle aziende di ascoltare e conoscere le esigenze dei consumatori, dall’altra lascia spazio a fenomeni in cui il rischio di compromettere la reputazione è notevole. Fenomeni noti come shit storm sono pericoli che, soprattutto aziende che propongono beni e/o servizi a consumatori finali, incorrono ogni giorno. Basta una fotografia di un dipendente, lo screen di una lettera, una parola sbagliata del testimonial o talent di turno da spazzare via brand reputation costruite con anni di lavoro.

In sintesi, benché la reputazione aziendale sia un bene immateriale, è sempre doveroso porre la giusta attenzione e cura.

Rischio reputazionale: è possibile quantificare il valore?

È difficile dare una stima precisa del valore della reputazione aziendale per un’attività. Tuttavia, secondo un sondaggio online condotto dalla società di relazioni pubbliche Weber Shandwick su un campione di oltre 2.000 intervistati, il risultato medio è che i dirigenti attribuiscono più della metà del valore del mercato della loro azienda alla reputazione complessiva.

Una cognizione forte e decisa che si è plasmata nel tempo in base alle esigenze dei consumatori. Questi, infatti, sono sempre più attenti a fattori quali etica, sostenibilità ambientale e vision aziendale.

Rischio reputazionale: quali sono le principali cause?

  • Il danno reputazionale può essere determinato da differenti elementi che cambiano in base al settore e al contesto imprenditoriale. Tuttavia le principali cause di rischio reputazionale possono essere classificate in base a queste macro aree:
  • Violazione delle norme di condotta e autoregolamentazione
  • Ritiro dei prodotti, risorse umane
  • Perdite finanziarie
  • Scandali mediatici che coinvolgono i vertici aziendali
  • Erronea gestione dei conflitti di interesse
  • Partnership con soggetti terzi che non godono di un’ottima reputazione

Come gestire il rischio reputazionale

Trattandosi di un rischio, la sua prevedibilità non è scientificamente calcolabile. Tuttavia, è possibile prevenire e gestire al meglio le situazioni seguendo queste tre fasi di intervento:

  • Preventiva: il suo obiettivo è minimizzare ogni rischio reputazionale. Questa fase è fondamentale perché solo attraverso il monitoraggio costante e preventivo il rischio può essere mitigato o persino evitato, senza contare che l’esposizione aziendale in ottica precauzionale può essere meno onerosa, rispetto a un intervento ex post. Pertanto, affinché questa fase sia utile, in un’azienda sarà necessaria predisporre un presidio di rischio reputazionale – ad esempio nominando un comitato – e un piano di intervento e/o di emergenza
  • Successiva: è la fase nella quale si lavora per limitare il danno reputazionale. Sicuramente si tratta della fase più delicata: una mossa sbagliata potrebbe avere effetti ancora più impegnativi sugli asset aziendali. Pertanto l’obiettivo del comitato di crisi, al netto degli effetti dei rischi reputazionali già dispiegati, dovrà decretare come e quanto intervenire. Per questo è fondamentale individuare e nominare esperti in una fase preventiva
  • Finale: il suo focus è il monitoraggio della reputazione post crisi. Serve quindi ai soggetti deputati a questo ruolo a monitorare gli effetti della crisi post evento. Vanno quindi analizzati e interpretati gli indici di gradimento delle campagne di marketing, il numero dei reclami, il sentiment del customer care, gli indici sulla customer satisfaction etc. Solo sulla base di questi elementi, sarà possibile definire e predisporre dei nuovi piani di monitoraggio futuro

Perché è importante avere una polizza assicurativa per il rischio reputazionale?

La reputazione aziendale è un bene immateriale ma incalcolabile. Per questo diventa di fondamentale importanza stipulare una polizza assicurativa in grado di tutelare le differenti necessità aziendali.

Un’adeguata soluzione assicurativa deve includere indennizzi in caso di:

  • Scandali che coinvolgono i dipendenti e/o i testimonial del brand
  • Ritiro dal mercato di prodotti
  • Violazione dei principi del Global Contact delle Nazioni Unite
  • Crudeltà verso gli animali
  • Accertamento delle condizioni lavorative non legalmente conformi

In sostanza, le polizze ideate per il rischio reputazionale saranno in grado di assicurare un indennizzo nel caso in cui ci siano delle perdite di profitto al netto degli eventuali danni subiti. Tuttavia, è possibile identificare in base alle esigenze condivise, anche delle coperture aggiuntive. Pertanto è fondamentale confrontarsi con esperti del settore in fase esplorativa perché saranno in grado di consigliare la polizza giusta in base alle necessità.

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